Sophia era da qualche giorno bloccata in convalescenza a Treviso.
La notte tra il 17 ed il 18 giugno 1459, mentre ripartiva da Treviso al termine del viaggio di nozze, con il marito e altri compagni di viaggio, cercava di raggiungere la Capitale della Serenissima.
I soldati a guardia della città avevano scambiato il tentativo di estrarre i lasciapassare firmati dalla Doge, come un tentativo di estrarre le armi.
Sentendosi quindi minacciati, non avevano esitato ad aggredire il gruppo ferendoli gravemente.
Il medico era stato chiaro, 45 giorni di riposo assoluto, soprattutto per lei che era si trovava in stato interessante.
Tuttavia dopo la bella notizia arrivata non poteva starsene immobile, così convinse il marito ad accompagnarla a Rocca Cesta.
Paolo, giuro che sto meglio, le ferite non mi fanno male, e starò attenta!
Paolo, la guardava perplesso, ma consapevole di quanto la moglie tenesse a quell'incarico l'assecondò.
Il viaggio fu tranquillo, e in serata giunsero a destinazione.
So, io ti aspetto qui
Sophia annuì sorridendo al marito, e lentamente si diresse verso l'ingresso del Collegio dell'Araldica.
All'ingresso un paggio le si avvicinò, lei lentamente si tolse il mantello e lo consegnò nelle mani dell'uomo
Perdonatemi, potreste annunciarmi a chi di dovere?
Il paggio annuì e con un inchino si congedò, mentre Sophia rimase in attesa.