Arrivo di Sua Eccellenza Monsignor Spadalfieri

La carrozza con ai lati riportante il blasone del proprietario, si fermò dinnanzi all'entrata del palazzo del collegio una volta che il cocchiere ebbe arrestato con le redini la corsa delle due fila di cavalli.
Un paggetto smontò dalla cassetta e si precipitò ad aprire lo sportello del veicolo, preoccupandosi di far discendere la scaletta, prima di offire la mano guantata all'alto prelato.
Quando quello fu sceso, richiuse lo sportello e si avvicinò al portone, precedendo l'ecclesiastico, esclamando dopo aver bussato:

"Aprite a Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Filippo Benedetto Spadalfieri, Primate degli Stati Pontifici e del Mezzogiorno d'Italia e Vicarius Urbis del Sommo e Santissimo Pontefice.
Chiede di poter incontrare Don Giovanni Tancredi Spadalfieri."

Il paggio si fece da parte per tornare alla carrozza ed il vicarius urbis sorrise verso il cugino poggiando una mano sulla sua spalla:

"Caro cugino, sono qui per due motivi, entrambi importantissimi!

Il primo, è poter avere accesso alla sala di discussione tra la Santa Chiesa e l'illustre Collegio.

La seconda è per riprendere il processo contro lo scomunicato Messerbracco ancora in possesso di un titolo nobiliare. Ti informo già da ora che Salentino è disponibile a riprendere parte nel processo, come difesa, mentre per Petrus ancora non m ha fato sapere nulla ed io avrei voglia di concludere quanto prima questa faccenda, anche per slegare da tale incombenza pure il Collegio.
Chiedo quindi cosa dovrei fare per non prorogare ancora?

Ditemi dove recarmi nel primo caso e le azioni da compiere nel secondo."

Rimise la mano lungo il suo fianco ed attese.